domenica 15 aprile 2012

Caspita...

Come vola il tempo è davvero da così tanto che non faccio un post?
Ok, allora vediamo un po', a parte qualche schizzo e un paio di illustrazioni che devo decidermi a colorare. Stiamo anche progettando dei piccoli racconti finto-sexy con Monica, la sceneggiatura è quasi pronta, ma come al solito, le scrivo a mano e poi devo trovare la voglia di riscrivere il tutto al pc.

Beh intanto ho recuperato un piccolo racconto auto conclusivo che pubblicherò subito qui sotto, ho anche "raccattato" un soggetto che avevo creato per una compagna di corso, che però non ha mai iniziato a prendere effettivamente forma, dovrei risistemarlo e postarlo, per ora anticipo solo il titolo: "Milano Zombie".

Ora andiamo a descrivere come è nato il racconto di "Joe" durante una lezione di sceneggiatura ci è stata consegnata una foto, dalla quale ognuno di noi doveva ricavare una storia breve. C'è a chi è capitata la foto di una nonnetta con un casco di banane in testa, chi si è trovato con un uomo nudo intanto a fare jogging...(non lo so dove le ha trovate le foto, ma non credo di volerlo sapere...) e io invece ho ricevuto una foto di un bambino intento a sfogliare una rivista di armi, da qui è nata la storia.


Per Joe tutto era un gioco.
Anche le armi che i suoi genitori fabbricavano nell'industria di famiglia.
Passava le ore a sfogliare i cataloghi della ditta, pensando a nuovi giochi da fare con gli amici usando un mitra piuttosto che una Magnum ultimo modello.
Ma Joe nella fabbrica a prendere quei fantastici giochi non poteva entrarci, i suoi genitori, che vivevano in una casetta accanto alla fabbrica, non glielo permettevano.
Accadde però, che un giorno, la madre di Joe, uscendo frettolosamente, non si assicurò che la porta dell'uscita secondaria della fabbrica, che dava accesso ai magazzini della ditta, fosse chiusa.
Il bambino era attentissimo, e spiava spesso le porte della fabbrica, se ne accorse subito, e lesto lesto, si infilò nella porticina, la richiuse dietro di se, e subito si mise alla ricerca dei suoi giochi, aprendo scatoloni di munizioni e frugando alla ricerca di armi...sembravano on essercene in giro, ma Joe non si perse d'animo,  e iniziò a frugare tra le scatole del magazzino, trovando in fine un paio di pistole vecchio modelli, che lui apprezzava parecchio, provò a prendere tra le mani una delle armi, trovandola pesantissima.
Grazie alle sue letture riguardati i cataloghi e le istruzioni per l'uso dell'utilizzo delle armi che la ditta stampava, per Joe non fu difficile caricare di pallottole la pistola, ma rimase deluso quando non riuscì a premere il grilletto, per lui troppo duro, si ripromise che avrebbe giocato con la pistola appena avesse avuto al forza necessaria; ma era ora di andare, o la madre lo avrebbe scoperto.
Nascose la pistola sotterrandola in un parchetto vicino a casa, chiusa in una scatola e nascosta in una buca, fra gli alberi di un parchetto vicino casa.
Erano passati quattro anni da quel giorno, i genitori avevano oramai dimenticato quell'arma scomparsa che avevano denunciato alla polizia, ma Joe no, Joe si ricordava ancora del suo gioco, ed era convinto che ora, essendo oramai un ragazzo, sarebbe finalmente riuscito a usarlo per bene.
Trovò  la scatola con l'arma ancora al suo posto, si mise il prezioso pacchetto sottobraccio e si diresse a casa in gran fretta.
Arrivato nella sua stanza, estrasse la pistola e si mise ad ammirarla, sembrava funzionare.
Sapeva già che gioco fare, quello che vedeva spesso in tv.
Puntò la pistola alla tempia, e soddisfatto, notò che riusciva a premere il grilletto.
BANG...ecco il tuo ultimo gioco, Joe.

Anche questa storiella non dovrebbe uscire male impaginata a modi fumetto, dovrei vedere un po' come dividerla.

Bene ci vediamo presto con "Milano Zombie", sperando che non passino altri sei mesi...xD